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La Storia

Il Museo Bartali

(tratto dalle memorie di Andrea Bresci)

Volentieri pubblichiamo questo breve scritto di Andrea Bresci, grande animatore dell’ iniziativa che porto alla realizzazione del Museo del Ciclismo Gino Bartali, riconoscimento e memoria di un grande campione del nostro territorio.

Era il 1987 quando prese vita l’idea di realizzare un museo a Gino Bartali. Si stavano svolgendo i festeggiamenti per il 60° anniversario dalla nascita della S.S. Aquila di Ponte a Ema, gloriosa squadra ciclistica che aveva tenuto a battesimo anche Gino e della quale ero presidente pro-tempore. Lanciai la proposta durante la cena e subito fu condivisa da tutti i presenti. Nei giorni successivi la cosa ebbe una grossa risonanza sulla carta stampata e si espressero a favore anche le istituzioni politiche, quelle sportive e tutti coloro che riconoscevano in Bartali una persona meritevole di un simile riconoscimento. In un primo momento, dato il suo carattere, Gino Bartali cercò di sminuire il progetto, ma in seguito iniziò ad apprezzare l’idea anzi, rilanciò chiedendo che venisse realizzata una struttura utile nel dare visibilità anche a quei ciclisti meno famosi, ma che facevano più fatica di lui e spesso anonimi al grande pubblico, ma atleti utili ai vari capitani. Con questa garanzia si avviò il progetto di un museo che raccogliesse le gesta di tutti i ciclisti e della storia della bicicletta (Museo del Ciclismo Gino Bartali).

Su richiesta del Comune di Firenze, con l’assessore all’urbanistica E. Bougleux, nel 1996 venne fondata la “Associazione Amici del Museo del Ciclismo Gino Bartali”, necessaria come punto di riferimento per la realizzazione della struttura. Gino iniziò quindi a darmi precise indicazioni su cosa avrebbe e non avrebbe voluto nel museo, come ad esempio : fuori dalla politica (nessuna manifestazione politica all’interno del Museo); vicino alla sua casa Natale (come segno di riconoscenza nei confronti di un paese che lo aveva sempre amato e sostenuto moralmente e fisicamente).

Nel corso degli anni Gino ci consegnò tantissimo materiale, come: giornali, tessere da atleta, documenti personali, biciclette, fotografie e in ultimo le coppe, come il trofeo storico del Tour de France 1948. Nel Marzo del 2000, inaugurammo la prima sede operativa, che in pratica era la ex sede della S.S. Aquila, in modo da poter seguire da vicino i lavori per la realizzazione del museo. Ben presto però, lo spazio si dimostrò insufficiente ed in attesa dell’ultimazione dei lavori per la costruzione del museo, prendemmo un locale più capiente nel centro di Ponte a Ema, vicino alla posta, in un luogo ben visibile a tutti coloro che volevano aderire all’iniziativa. Per fortuna arrivarono numerosi volontari, grazie ai quali riuscimmo a raccogliere materiale e fondi, questo anche per mezzo della Granfondo Cicloamatoriale in onore di Gino Bartali (sempre dietro Suo avvallo).

Soltanto dopo 5 anni dalla scomparsa di Gino, avvenuta il 5 Maggio del 2000, si riuscì ad arrivare all’inaugurazione del “contenitore” museale, che avvenne in occasione della partenza di una tappa del Giro d’Italia dedicata proprio al Campione Bartali. Da qui inizia il calvario della gestione, fummo chiamati dal Comune di Firenze alla firma di un contratto di comodato, per la durata di 3 anni, dal 1° Aprile 2006 – 1°Aprile 2009 dopodiché gli enti proprietari (Comune di Firenze, Comune di Bagno a Ripoli e Provincia di Firenze) avrebbero dovuto costituire una nuova società per la gestione del museo. Sono successe tante cose negli anni successivi e ad oggi (Gennaio 2019) siamo ancora qui a batterci per la cura del materiale di Bartali nel rispetto delle sue volontà, con la speranza che questo bel museo (come commentano i visitatori italiani e stranieri) possa essere gestito dai proprietari e possa avere il giusto sviluppo che merita, che una piccola associazione di volontari come la nostra, oggi non riesce più a sostenere.

Viva Bartali ed il ciclismo. Andrea Bresci

La Collezione

Nel museo sono esposti gli oggetti più significativi della lunga Carriera del Campione, dal 1931 al 1954: biciclette, maglie, coppe, medaglie, trofei, foto, documenti, libri, riviste, pubblicazioni, quadri e interviste.

L’ingresso al museo è gratuito.

Orari di apertura:

  • Venerdì e Sabato 10:00 – 13:00
  • Domenica 10:00-16:00.

Sponsor

Si ringrazia per il loro contributo: